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2006: quando Hezbollah inflisse ad Israele un’umiliante sconfitta

Tra pochi giorni sarà il quindicesimo anniversario della guerra in Libano del 2006: si tratta di un conflitto molto particolare da diversi punti di vista.

In primo luogo, si verificò la prima sconfitta in assoluto dell’esercito israeliano.

In secondo luogo, si trattò di una grande dimostrazione di come, grazie alla tecnologia moderna e ad un modello di guerra asimmetrico, una forza militare relativamente debole possa sbaragliarne una molto più forte.

Inoltre, in questo conflitto Hezbollah ricevette un fortissimo supporto da parte dell’Iran e ciò lo classificò come la prima guerra per procura tra quest’ultimo e Israele.

Hezbollah apre le danze

Intorno alle 9:00 ora locale del 12 luglio 2006, Hezbollah lanciò attacchi missilistici diversivi verso le posizioni militari israeliane vicino alla costa ed al villaggio di confine di Zar’it, nonché sulla città israeliana di Shlomi e altri villaggi. Cinque civili rimasero feriti.

Allo stesso tempo, un contingente di Hezbollah si infiltrò attraverso il confine con Israele in una “zona morta” nella recinzione, usando un wadi invaso dalla vegetazione come copertura. Tale contingente attaccò una pattuglia costituita da due Humvee israeliani, uccidendo tre soldati, ferendone due e catturandone altri due soldati.

L’esercito israeliano reagì inviando un carro armato Merkava Mk III, un mezzo corazzato e un elicottero oltre il confine. Il carro armato saltò sopra una mina e l’intero equipaggio (quattro soldati). Le truppe di Tel Aviv ebbero anche un altro morto e 2 feriti a causa di colpi di mortaio sparati contro di loro mentre tentavano di recuperare i corpi del Merkava.

La reazione israeliana

La reazione israeliana fu, come sempre, sproporzionata: la marina impose immediatamente il blocco di tutta la costa libanese mentre aviazione ed artiglieria effettuavano una serie di bombardamenti nel sud del Libano, isolandolo dal resto del paese. Il principale obiettivo dei bombardamenti israeliani, quello di eliminare le capacità missilistiche di Hezbollah, fallì miseramente, dato che questi ultimi riuscirono a lanciare sul territorio israeliano ogni giorno per tutta la durata del conflitto oltre 100 tra razzi e missili. La mobilità delle rampe di lancio del gruppo sciita furono sicuramente d’aiuto, dato che spostandole dopo ogni lancio impedivano all’aviazione ed all’artiglieri israeliana di localizzarle.

Il 18 luglio le truppe di Tel Aviv iniziarono una serie di incursioni oltre confine che culminaro il 22 con l’ingresso di un corpo forte di circa 2000 soldati. L’avanzata israeliana incontrò una fortissima resitenza. Hezbollah attaccava continuamente le truppe nemiche con RPG, mine, bombardamenti con razzi Katyusha. Nonostante le truppe d’invasione aumentassero di numero, da 2000 a 10000 unità, nel giro di pochi giorni, gli israeliani non riuscirono a procedere oltre i 30 km di distanza dal confine.

La fine

Nel frattempo, la diplomazia si era messa al lavoro e l’11 agosto il Consiglio di Sicurezza dell’ONU approvò la Risoluzione 1701 che dettava le condizioni di tregua. Il 14 agosto i combattimenti cessarono e le truppe libanesi, fino a quel momento assenti dallo scenario, occuparon il sud del paese congiuntamente a quelle di Tel Aviv.

Pochi giorni dopo, gli israeliani cominciarono gradualmente a ridurre la propria presenza in Libano, completando la ritirata agli inizi di ottobre.

Il conflitto obbligò a sfollare circa 500.000 civili israeliani e quasi un milione di libanesi.

Da parte israeliana si registrano 44 morti ed oltre 3000 feriti tra civili e militari. Le vittime libanesi furono oltre 1200, con quasi 5000 feriti.

Comunque, l’obiettivo di Tel Aviv, ovvero l’eliminiazione della capacità offensiva di Hezbollah, non venne raggiunto. Anzi, negli anni successivi, questa sarebbe aumentata notevolmente grazie all’appoggio iraniano.

Hezbollah avrebbe poi avuto un ruolo fondamentale nella vittoria di Assad nella guerra civile siriana.

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