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A Los Angeles una casa scultorea che dialoga con la natura

«Una finestra sul deserto di Los Angeles», così si presenta questa residenza per una coppia di artisti. Una casa scultorea e sorprendente, che si staglia contro le colline dorate e la natura selvaggia Californiana. Il progetto di questa residenza moderna porta la firma dello studio americano di Billy Cotton, che d’accordo coi committenti ha immaginato uno spazio essenziale, organico, in stretta connessione con il paesaggio, al punto da apparire quasi come un affioramento geologico.

All’esterno un giardino di cactus e piante grasse circonda e abbraccia tutta la residenza. 

Blaine Davis

Billy Cotton è uno studio multidisciplinare noto per il suo gusto e sensibilità unica. La sua missione è quella di infondere ambienti e prodotti con originalità e sfumature. Specializzato in un approccio multi-scala al design, Billy Cotton crea un lavoro che abbraccia l’architettura, gli interni, i mobili, l’illuminazione e il design del prodotto. Lo studio produce progetti che vanno dal residenziale al commerciale, così come nuove costruzioni e ristrutturazioni. Lo studio si è guadagnato un posto nell’Architectural Digest AD100 ed è stato citato in pubblicazioni come The New York Times, The Wall Street Journal, The World of Interiors.

A colpire in primo luogo in questo progetto è la geometria della casa, un corpo in prefabbricato che nasconde al suo interno un’anima contemporanea di design. All’interno arredi e unità funzionali sono scolpiti e disposti in relazione a ciò che li circonda, secondo un linguaggio stilistico minimale, fatto di forme pulite e sfumature terrose. Il tributo al paesaggio passa anche da altri dettagli, come l’inclinazione del soffitto, in legno e i colori, che strizzano l’occhio alle dune sabbiose vicine, e la matericità ruvida che si ritrova dentro e fuori, testimonianza di una simbiosi raffinata eppure autentica tra uomo e natura.

Nella camera da letto una seduta vintage di Blackman Cruz LA richiama all’essenzialità e alle tonalità della terra così come il tappeto berbero. 

Blaine Davis

«Il dialogo spaziale tra il volume interno e la forma esterna si svolge in un montaggio che ruota intorno alla vista dalle finestre», spiega Billy Cotton. «La mia prima ispirazione è stata ovviamente la natura e sono stato guidato dalla volontà dei proprietari di creare un rifugio di relax lontano dalla frenesia della metropoli». 

Tutta la residenza si snoda su un piano, in cui la dimensione pubblica si traduce in uno spazio aperto, smaterializzato, definito da grandi vetrate che lasciano entrare lo spettacolo mozzafiato del deserto. «Ogni mio progetto possiede un’anima propria. Penso ci debba essere qualcosa dietro: una storia, una missione, uno scopo. Talvolta l’anima è l’architettura stessa, come potrebbe essere nel caso di un magnifico palazzo antico. Altre volte invece è il proprietario, qualcuno che ha collezionato con cura oggetti speciali per tutta la propria vita, oppure una famiglia con i giocattoli dei bambini sparpagliati in giro», continua il designer. «Per quanto mi riguarda trovo che la sfida più grande sia quella di creare ambienti speciali e unici, bisogna “giustificare” il ruolo di un interior designer al giorno d’oggi vista la grande quantità di ottimo design a cui si può facilmente accedere tramite i canali digitali».

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