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A sinistra c’è una crisi profonda

A sinistra c’è una crisi profonda.

Legata soprattutto al fatto che il PD è al comando di uno schieramento inconsistente.

I pentastellati in coalizione diventano irrilevanti. In questa tornata elettorale hanno ovunque  ottenuto cifre imbarazzanti.

Il mea culpa di Conte

Giuseppe Conte ha avuto  grande stile nell’ammettere la sconfitta. L’incapacità del suo Movimento di radicarsi territorialmente. È però  anche vero che non poteva fare altro . Le percentuali sono degne di prefissi telefonici.

E sono troppe le volte in cui si è trovato davanti a dei fallimenti disastrosi.

Letta è al palo

Ma in fondo la situazione di Enrico Letta è quella di uno stratega che vince alcune battaglie. Ma sa benissimo di essere destinato a perdere la guerra. A meno di non cambiare scenario.

Attualmente il segretario del partito democratico si vanta di essere il migliore dei peggiori. Il primo partito che guida schieramento allo sbando.

Uno schieramento largo che si è sfasciato e rivelato inconsistente.

Però molti errori di Salvini hanno giocato in favore di Enrico Letta.

Tra tutti la riconferma del Capo dello Stato. Dove un centrodestra che avrebbe potuto essere determinante, ha subito la rielezione di Mattarella. La sconfitta nelle grandi città è stata frutto di un incapacità di selezionare classe dirigente, che ha punito l’impreparato, più che premiare i meritevoli.

La scelta poi di personalizzare le suppletive di Siena è stato un favore al segretario di Dem.

Salvini, andando direttamente, ha trasformato una vittoria scontata quanto banale, nella sconfitta dell’allora leader dell’opposizione.

Praticamente Letta senza alcun merito vero e proprio, ha campato di rendita sugli errori di chi guidava lo schieramento più forte.

Stravolgono le regole

Questo però non significa poter vincere la guerra. Letta ha avuto la dimostrazione che il centro-sinistra non ha sicuramente i numeri per governare.

La sua unica speranza è cambiare la legge elettorale.

Resuscitare un proporzionale che non permetta una maggioranza determinata dal voto degli italiani. La maggioranza si farebbe sempre e solo in Parlamento.

Scenario ideale per il Partito Democratico.

Prestarsi a ciò scandaloso per un Movimento Cinque Stelle, che nacque per sovvertire il palazzo. Adesso invece ne diventerebbe apertamente un pilastro portante.

Il Partito Democratico ha bisogno di cambiare il terreno perché la guerra volge a suo sfavore.

È chiaro che la sua percentuale di maggioranza relativa è  insufficiente per poter vincere le elezioni politiche.

Democrazia forzata

In un paese normale nessuno accetterebbe che si cambiano le regole del gioco, per impedire al popolo di decidere.

Ma l’Italia non è un paese normale . Non più almeno. E questo Letta lo sa.

Sta alla decenza ed alla fermezza del nostro sistema paese impedire un vero e proprio colpo di stato legalizzato.

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