Ci scrive Alessandro Tosetto, Operatore Socio Sanitario: “Infermieri e OSS devono imparare a collaborare nell’interesse unico dell’Assistito”.

Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,

faccio l’OSS da un po’ di anni, e ho visto diverse realtà. Eppure sono sempre le stesse dinamiche. Come citate nei vostri articoli non esiste colpa, ma solo mancanza di adeguamenti burocratici ed economici.

L’OSS è una figura indispensabile, e vero anche che molti scelgono questo lavoro pur non avendo attitudine all’assistenza, e quello e già un punto a sfavore che crea astio sia con la professione infermieristica che con la stessa categoria.

C’è anche da dire che ad oggi molti infermieri vedono l’Operatore Socio Sanitario come un galoppino, se non alla stregua di uno schiavo solo perché non ha fatto una laurea breve.

Il fine comune è il paziente e basta.

D altro canto nella realtà moderna molti infermieri e coordinatori non sanno bene quale sia il ruolo e le mansioni di un OSS e di conseguenza gli fanno fare il meno possibile. In alcuni posti l OSS non tocca nemmeno i pazienti e si occupa solo di rifornimenti e pulizie. In altri gli inf delegano tutto ciò che è assistenza di base perché lo reputano demansionante.

Mi fa molto arrabbiare che si parla solo di soldi e qualifiche, poi non ci si fa un esame di coscienza e si affronta la realtà nuda e cruda. Siamo un paese devoluto dove si passa gran parte del tempo a sparlare fomentando gli animi inutilmente. Dove ancora oggi si fa classismo e si valuta una persona dalla propria divisa e non capacità.

Bisognerebbe sì dare più oneri e riconoscimenti agli infermieri. Ma anche più fiducia e rispetto all’OSS.

Smettiamola di guardare solo la professione e iniziamo a guardarci in faccia e sapere che la persona di fronte ha intrapreso una carriera di rispetto e virtù indipendentemente dal titolo.

Altrimenti non ha senso che esistano queste due figure.

Siamo due figure diverse con ruoli diversi, indi cui non può esserci astio ne competizione.

Grazie.

Alessandro Tosetto, OSS

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