Golfo di Napoli: appartamento con vista
A Napoli, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, l’architetto sulla bocca di tutti era uno: lo scozzese Lamont Young, tipico figlio del suo tempo, un mix di visione e di funzione, che trasformò, spesso acquistando gli immobili, il volto della zona intorno al parco del Grifeo e di Villa Margherita. Uno di questi palazzi diventò addirittura un hotel, con la dotazione d’avanguardia per l’epoca: un ascensore scavato nella roccia che collegava il “Gran Penisular Hotel” al corso Vittorio Emanuele. Nel 1900 Young cedette l’hotel alla famiglia di albergatori Bertolini, che ne fecero il ritrovo à la page della nobiltà europea, che da qui ammirava il paradiso: il golfo di Napoli con il Vesuvio sullo sfondo.
Ascensore per il paradiso
Ed è qui, in cima all’ascensore per il paradiso, che si trova questo grande appartamento con vista sul Golfo di Napoli. E con molta storia. Circa 250 metri quadrati su due piani in cui, al livello dell’ingresso si trovano una grande sala, una camera, la cucina e un’alcova ricavata da un’ex lavanderia e, al piano superiore, collegato a quello sottostante da una scala architettonica di Alberto Sifola di San Martino, due altre camere da letto e un bagno. «Si entra da un piccolo ingresso, che non può far supporre quello che c’è dietro la porta», spiega il proprietario, un professionista romano che da oltre vent’anni ha deciso di vivere tra “il golfo più bello del mondo” e la Toscana. «Succede spesso a Napoli, una città che molto più di altre ti sorprende». La sorpresa, in questo caso, è nel primo ambiente in cui si viene immessi dopo l’ingresso: un salone con soffitti altissimi – quasi 9 metri – in cui sono miracolosamente rimasti intatti tutti i fregi arabeggianti voluti, all’epoca, da Young, e dai quali dipende il nome dato dalla famiglia che ci abita alla stanza: il “salotto Turco”.
Il salotto Turco. Foto Valentina Sommariva. Styling Giulia Taglialatela