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Green Pass: la scelta azzardata

Capisco la ratio alla base di questo decreto sul super Green pass.

Capisco che la pandemia spaventi.

Come sono il primo a dire che sia necessario fare qualunque cosa per evitare un nuovo lockdown che sarebbe devastante per gli italiani e le loro famiglie.

Personalmente credo che i vaccini siano importanti.

Io sono vaccinato e titolare di Green pass.

Però sono un liberale, un democratico: non posso accettare passivamente un’ingiustizia fatta ad un mio concittadino.

Se da un lato posso comprendere, la ratio alla base di questo decreto sul super Green pass, dall’altro rimango totalmente perplesso se non basito delle misure adottate.

Lasciamo perdere tutti i richiami alla costituzionalità o alla difesa dei diritti dei cittadini anche nei momenti di emergenza. Perché, tanto, in Italia non c’è istituzione che tuteli questi sacri pilastri di una democrazia, soprattutto quando non è politicamente di moda farlo.

Però si può non rimanere dubbiosi in base ad alcune scelte del decreto.

Le persone che effettuano un tampone, soprattutto di breve durata, hanno la certezza che non sono contagiate dal virus.

Non lo hanno: quindi non possono trasmetterlo.

Paradossalmente un non vaccinato che ha fatto un tampone, e ne ha la certificazione, è molto più sicuro di non aver contratto alcuna infezione del sottoscritto, che ha il green pass ed è vaccinato. Ma che il tampone non ha effettuato.

Allora io non riesco a capire per quale strana ragione dovremmo impedire a queste persone, che sono certamente non malate, e, dunque, non possono contagiare nessuno, di andare ad eventi sportivi, bar e ristoranti al chiuso, cerimonie pubbliche.

Paradossalmente per ragioni di sicurezza limitiamo la libertà di persone che si sono controllate e sono risultate sicure.

Decadono, a questo punto, i motivi di salute pubblica, a giustificare le restrizioni.

Quindi, per quale motivo si limitano le libertà costituzionali di questi cittadini, che sono assolutamente sani?

Non tocchiamo il diritto al lavoro di una persona, però gli inibiamo di poter prendere un mezzo pubblico se non titolare di green pass.

E se un poveraccio vive troppo lontano dal lavoro e non è economicamente capace di poter andare con mezzo proprio?

Se anche quel poveraccio si sottopone ad un tampone e sta bene, gli vietiamo di prendere un mezzo pubblico, pur essendo sano, per portare avanti un’attività che gli dà da mangiare?

E questo proprio quando sarebbe stato molto più efficace, per contrastare la pandemia, continuare ad insistere sui dispositivi di protezione individuale e soprattutto calmierare i prezzi dei tamponi. Affinché anche i vaccinati si facciano periodicamente dei tamponi che danno una situazione reale e molto più aggiornata delle condizioni di salute di un soggetto.

Se sono vaccinato e ho contratto il virus, posso contagiare.

Se ho fatto tre mesi fa il vaccino, il Super Green Pass mi consente di entrare liberamente nei ristoranti al chiuso, senza dovermi sottoporre ad alcun tampone.

Dunque posso, molto più facilmente di uno che ha il tampone valido per sole dodici ore, aver contratto già l’infezione ed addirittura contagiare un’altra persona.

Non ci sarà l’obbligo vaccinale per le persone sotto i 12 anni.

E meno male, questo sarebbe stato veramente follia.

Forse la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.

Anche perché tutti i più autorevoli istituti di sondaggio mostrano una netta contrarietà degli italiani ad un provvedimento simile.

Ma, comunque, un uso così arbitrario e scriteriato dei poteri emergenza, con scelte così divisive, non rischia di fomentare un fenomeno di reazione? Di ottenere il risultato contrario, per cui molti italiani, magari si opporranno alla terza dose?

Speriamo che i prossimi interventi siano di buon senso. Migliore di quello attuale.

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