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Sandro Pertini: il Presidente partigiano

Un aneddoto racconta che Craxi scherzò su Sandro Pertini Presidente della Repubblica. Lo definì troppo vecchio. Quest’ultimo appena lo seppe rispose pubblicamente: “Ditegli di portarmi sua sorella”. Pertini non era uno che la mandava a dire.

Craxi qualche tempo dopo, fu mandato dallo stesso Pertini via dal Quirinale perché si presentò con uno spezzato comprendente jeans e giacca.

Si fosse d’accordo o meno con lui, nessuno poteva esimersi dallo stimare il rigore morale granitico. L’onestà intellettuale ed il pagare in prima persona per le proprie idee.

Non era certo di sentimenti interventisti ma dovette prendere parte al primo conflitto mondiale. Fece il suo dovere prima come soldato e poi come ufficiale. In maniera coraggiosa ed esemplare.

Socialista fino in fondo

Da sempre socialista, si era battuto per la difesa delle istituzioni democratiche durante il regime. Finì in carcere per essere considerato uno dei principali antifascisti d’Italia. Lì rifiutò di difendersi davanti al tribunale politico definendolo illegittimo. Fu confinato addirittura a Ponza insieme a molti illustri antifascisti.

Liberato dal governo Badoglio, dopo la caduta del governo Mussolini riprese l’attività politica. A seguito dell’armistizio decise di non restare con le mani in mano ad attendere gli eventi, ed entrò in clandestinità per partecipare attivamente alla resistenza. Il suo ruolo fu di primo piano.

Rievocò egli stesso di avere incontrato Mussolini casualmente sulle scale della Diocesi di Milano, rimpiangendo di non essere in quel momento armato. Ma non accettava assolutamente quello che era accaduto a Claretta Petacci. Lo definì omicidio. “La sua unica colpa era quella di avere amato un uomo”; asserì più volte.

Dopo la guerra entrò a far parte dell’Assemblea Costituente ed inseguito del Parlamento italiano. Ricoprì anche la carica di Presidente della Camera dei deputati.

Venne eletto dopo ben 16 scrutini ma con una larghissima maggioranza. Il primo presidente a dare ad un laico non democristiano, l’incarico di formare un governo. Per l’esattezza a Giovanni Spadolini, esponente repubblicano.

Un presidente molto amato

Venne però sempre ricordato come un presidente estremamente amato e presente nella vita degli italiani.

Memorabile la sua venuta improvvisa sul prato di Vermicino, mentre si cercava di salvare la vita al piccolo Alfredino Rampi caduto in un pozzo artesiano. L’attesa commossa insieme alla madre.

Il presidente impose la costituzione di un ministero apposito della Protezione Civile. Questo per venire incontro alla richiesta della madre di Alfredino, per evitare la disorganizzazione palese dello Stato davanti ad un simile evento.

Pertini fu il momento in cui gli italiani si sentirono più vicini al modello presidenziale.

Anche perché la stragrande maggioranza degli opinionisti sono d’accordo nel dire che in caso di elezione diretta allora, il presidente sarebbe stato riconfermato nettamente dal popolo italiano.

Fu molto interventista e soprattutto un grande organizzatore. Memorabili le sue immagini al funerale di Enrico Berlinguer e a giocare a scopone sull’aereo presidenziale con i campioni del mondo del 1982.

Come presidente cercò sempre di unire. Nonostante il suo antifascismo corse al capezzale di Paolo Di Nella. Un ragazzo del Fronte della Gioventù ferito a morte durante un’affissione, invitando a denunciare i responsabili. Pertini era fatto così.

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